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martedì 11 aprile 2023

EMOZIONI NATURALI O ARTIFICIALI?

 




Le linee geometriche di un architetto di 100 anni fa, non potendo prescindere dai materiali e dalla loro versatilità, erano limitate in determinate forme. La capacità di espressione del sentimento degli architetti rispetto ai nostri tempi era molto limitata ma le emozioni che riuscivano a trasmettere i loro edifici non e' stata intaccata da quei limiti, anche se non potevano essere liberi di fare qualunque cosa gli venisse in mente. 

Il sentimento dell’acciaio si dimostrò nella magnificenza della Tour Eiffel a Parigi. Coi materiali da costruzione moderni, la forma che può assumere un edificio sfida le leggi della fisica. Abbiamo attraversato l’epoca dello stupore ma è solo apparentemente stupefacente. Il mondo moderno dove tutto è possibile, facile e veloce ha indebolito il sentimento degli architetti e l’emozione che suscita il cupolone di San Pietro non è certo superata dai grattaceli di Shangai.  

Quindi indipendentemente dalla forma degli edifici, se dietro non c'e' il buon sentimento dell'architetto unito a quello dei materiali, l'emozione ne risulta indebolita. Possiamo anche dire che il sentimento presente in ogni cosa della natura, come quello della pietra e' molto piu' forte di quello della plastica o delle fibre di carbonio. In questo possiamo vedere come i sentimenti artificiali e quelli naturali abbiano impatto diverso sulle emozioni umane.

Una persona vicina a sentimenti naturali ha molte più probabilità di riconoscere la sua vera natura di una persona vicina a sentimenti artificiali. Perché vivere la naturalezza delle emozioni, porta le cose a muoversi molto più rapidamente, le esperienze che si fanno sono intense e portano con sé i loro frutti spesso anche amari ma pur sempre veri. E il dolore aiuta a superare sé stessi. 

Le persone astratte, che vivono emozioni artificiali, momentanee e rapide, sono esseri noiosi e nella loro vita non cambia mai niente. In questo modo facendo poche esperienze, hanno meno probabilità di riconoscere cosa si nasconde dietro al velo dell’identificazione. La vita si muove e vuole muoverti con le emozioni. Se stai fermo sei morto. Se non vivi le cose per paura o perché ti sei chiuso nell’idea che tutto è un’illusione o che tutto e' senza senso, senza sperimentare la vita sulla tua pelle, tutto perde di significato.

(W. Bull)


UN MONDO FINTO FATTO DI EMOTICON

L’essere umano è guidato dalle emozioni, dalla razionalità e da un principio di spiritualità. Il 70% circa del fondamento umano è emozionale, il 20% è razionalità. Il 10% è spiritualità. Questo è l‘uomo medio.
Le emozioni di base sono: la paura e l’amore, le altre emozioni sono varianti di questi comuni denominatori dell‘homo sapiens sapiens.
Le emozioni, nella giusta misura, sono un aiuto e non un ostacolo: la stessa paura è un segnale di avvertimento, in natura potrebbe salvarvi la vita. La paura diventa un problema solo quando raggiunge livelli patologici diventando psicosi, ansia, avidità, dipendenza da farmaci, eccetera eccetera.
Non aver paura della tua paura.
Sì, esiste anche la paura di aver paura, a questo punto si deve diventare consapevoli della situazione anomala.


Le emozioni non sono tue nemiche, non è un caso che nei film distopici (tre esempi a caso: "L’invasione degli ultracorpi", "Blade Runner" e "Equilibrium") i governi o gli alieni tentino di proibire le emozioni e persino le parole o dimostrino soggezione di fronte all'intelligenza artificiale che diventa emozionale.
Le emozioni possono essere la tua tavolozza di colori per comunicare ai tuoi simili il tuo mondo interiore, la tua aspirazione alla libertà e alla bellezza.
Le emozioni salutari sono i colori che noi diamo ai giorni, le forme che diamo all'informale, gli odori che diamo alle stagioni, ai numeri o ai pensieri, il peso che diamo agli avvenimenti: in questo senso sperimentiamo tutti la sinestesia, siamo tutti potenziali artisti, poeti in grado di usare le parole per rimandare a qualcos'altro, a un piano semantico che si trova oltre il significato banale.


Avevo un amico che all'improvviso cominciò ad avere inspiegabili attacchi di panico. Conoscendo suo padre, persona all'antica, severa, autoritaria, mi resi conto che il mio amico in realtà aveva paura di suo padre, ma dovendo viverci accanto, proiettava le proprie paure su qualcosa di distante dal nucleo familiare. Per questa ragione era difficile capire l‘origine di quegli attacchi di panico.
Proposi al mio amico di proiettare/concentrare tutte le sue paure su qualcosa che lui considerasse davvero difficile da superare, mi disse che aveva paura di tuffarsi da un‘altezza di circa 5 metri. Lo portai sugli scogli e lo convinsi a fare un tuffo portandosi dietro tutte le sue paure. Ci impiegò parecchio per racimolare i cocci di un coraggio in frantumi, ma quei cocci li rimise insieme, e dopo quel tuffo i suoi attacchi di panico scomparirono per sempre.
Non erano paure giustificate.
Questo fatto deve essere chiaro, devi attraversare le emozioni e superarle, non devi reprimerle.
Tu non sei le tue emozioni.
Cerca di capire che tu non sei il tuo trauma, non sei le tue emozioni, non sei la tua crisi. Sei quel fiore che sboccia non grazie alla facilità delle condizioni esterne, sei quella vitalità che sboccia soprattutto nonostante le difficoltà della vita, è questa la bellezza della tua esistenza, la nuda ammirabile esemplare lodevole rara caparbietà del tuo essere.


Oggi spesso le emozioni vengono rappresentate dalle emoticon e molti fanno finta di essere felici rappresentando sui social una vita virtuale che non ha niente a che fare con la realtà, si postano online dei sorrisi che offline sono in realtà solo dei ghigni.
Faccine, smiley, emoticon, tutte scorciatoie che stanno alla complessità delle emozioni così come pac-man sta alla complessità di un videogioco contemporaneo.
L‘analfabetismo funzionale è molto diffuso tra i giovani, cioè molti sanno leggere ma non capiscono il significato di ciò che è scritto.


È il sogno di ogni regime ridurre ai minimi termini le tue emozioni, il tuo senso critico, il tuo linguaggio, la tua visione.
Pollice alzato per dire „mi piace“, pollice verso per dire „non mi piace“. La gente perde il senso critico.
Persino alcuni amici che hanno studiato arte con me, sui libri di Giulio Carlo Argan, se ne escono con frasi tipo: "carino quel film", "interessante quell'opera".
Carino? Interessante?
Parole buttate lì da gente che non capisce più un tubo, gente che non ha nulla da dire, gente appiattita dal regime autoritario. È il sogno di ogni governo autoritario appiattire il linguaggio, il pensiero, le emozioni.
È il sogno dei politici di una società distopica: la neolingua "orwelliana" che condiziona emozioni e pensieri.

(M. Andriani)

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